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lunedì 24 agosto 2015

Nibali: la squalifica e lo sfogo

Il giorno dopo l'esclusione della Vuelta  per essersi fatto trainare dall’ammiraglia durante la seconda tappa del Giro di Spagna, Vincenzo Nibali chiede scusa ai suoi tifosi e prova a giustificare il suo gesto, scrive un messaggio su facebook, indirizzato ai tifosi e a tutti coloro che hanno voglia di leggerlo:
Per quello che è successo faccio veramente a tutti le scuse pubbliche, in particolare a chiunque sia indignato o si sia vergognato per me!! Molti di voi non hanno mai corso in bici, altri sono grandi tifosi spinti da pura passione, ed altri ancora si sono avvicinati alla bicicletta negli ultimi anni. La bici, il ciclismo sono passione, amore, giornate lontano dalla famiglia con allenamenti estenuanti, sacrifici che iniziano già all’età di 16 anni.
Quello che è successo alla Vuelta, succede in ogni gara: ciò non vuol dire che non è sbagliato e che devo restare impunito. La giusta punizione da scontare la dettano i giudici.
Un anno andato male per mille motivi, arrivo alla Vuelta con la voglia di riscatto da una stagione infame, mi ritrovo alla prima tappa – scusate l’espressione – con il culo per terra, mi rialzo aiutato da un compagno sperando di non essermi fatto male, mi guardo le ferite lasciate addosso dall'asfalto rovente e cerco la mia bici che andata distrutta, panico e caos nel gruppo, tardo a partire… tanto… troppo, al punto che quando risalgo sulla mia bici ho un ritardo di 1:20, mi fiondo all'inseguimento senza paura, senza acqua, da solo, piano piano guadagno terreno e trovo i miei compagni che mi aspettano lunga la strada, la testa che dice che devo andare e devo rimanere davanti in corsa per quelle persone che mi guardano, per quelle che mi amano, per mia moglie, mia figlia e per quelli che si staranno domandando come sto, vado avanti per far vedere che non mi sono fatto niente, fino a quello sbaglio che mi costa caro, una trainata di 150 metri per la quale molti sono pronti a gettare del fango, (è rientrato perché si è attaccato), nessuno sottolinea che sono caduto, che sono stato attaccato, che sono da solo all'inseguimento contro 18 corridori che spingono a tutta davanti!! No signori, nel ciclismo la corsa è corsa nessuno ti aspetta. Nel ciclismo episodi come questi ce ne sono molti, a maggior ragione dopo una caduta. Alla fine pensavo di dover pagare una multa salata ed una penalizzazione come si usa fare, per essere messo fuori classifica. Avrei accettato anche una penalità di dieci minuti. Dopo tutto IO non sarò il primo ne l’ultimo corridore coinvolto in una simile vicenda. Mi scuso ancora per avervi rubato del tempo e grazie del sostegno o meno che mi date! Buona serata e a presto!

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